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Questo sito nasce in occasione del lancio dQuesto sito nasce in occasione del lancio della prima sessione dell’International School on Science & Diplomacy presso la Fondazione Ettore Majorana (Erice, Trapani) tenuta nell’ottobre 2024. La gestione del sito è curata dal Prof. David Burigana (Università di Padova, Dipartimento SPGI Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali) che ne è il PI e, che ha finanziato l’acquisto del dominio e la sua messa in opera come capo dell’Unità di ricerca patavina dedicata Science and Space Diplomacy nell’ambito del PRIN 2017 (2019-25) Science Technology and International Relations: case studies in Italian foreign policy di cui è Principal Investigator il Prof. Leopoldo Nuti (Università di Roma Tre), con altre due unità dirette dai Professori Federico Paolini (Università di Macerata) e Massimo Bucarelli (già dell’Università del Salento, oggi Università Roma La Sapienza). Il PRIN 2017 è dedicato al ruolo dell’Italia nella diplomazia tecno-scientifica a partire dagli anni ’60 e fino agli anni ’80 con particolare attenzione a tre ambiti: nucleare (Roma Tre), ambientale (Macerata), energetico (Salento) e spaziale (Padova). Il PRIN 2017 non è che una delle sinergie passate e in atto fra diverse istituzioni e enti di ricerca che hanno contribuito alla riflessione in Europa e in Italia su definizione, evoluzione e storia della Science Diplomacy.
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In questa piattaforma cercheremo non solo di ritracciarne l’evoluzione, con particolare attenzione alla Storia internazionale pluridisciplinare, ma a dar conto del tempo presente, delle iniziative di ricerca, alta formazione e divulgazione di cui l’International School on Science & Diplomacy aperta a Erice dal Centro Ettore Majorana ne è un esempio. Non citeremo solo le istituzioni dei quattro Direttori della school: CASD, CNR, Paris Sorbonne Université, Università di Padova, VIU (Venice International University). L’interesse sta crescendo, dal Politecnico di Milano con la prima delegata del Rettore in Science Diplomacy, al Politecnico di Torino con la Storia della fisica, alle Università di Trieste e Firenze con le politiche di sviluppo, fino al Dottorato Nazionale in Space Science Technology coordinato dall’Università di Trento con un curriculum specialmente dedicato a Space Diplomacy. Le iniziative si stanno moltiplicando in Italia e vorremmo recensirle avendo presente lo sviluppo del quadro europeo e internazionale, dall’EU Science Diplomacy Alliance al Center e al Journal Science Diplomacy della AAAS.
Seppure con una attenzione al quadro internazionale, il punto di fuga delle nostre analisi rimane l’Italia che, come riconoscono molti colleghi in Europa e all’estero, in questi ultimi quattro anni, ha fatto molto e in modo originale nell’ambito di ricerca e alta formazione, e al contempo con una nuova politica che ha visto il MAECI aumentare il numero degli Addetti scientifici da 22 a circa 60, differenziarli fra scientifici e spaziali, e creando infine gli addetti agricoli.
Se i nostri assi saranno ricerca, alta formazione e divulgazione, nonostante una attenzione particolare al Research sector (ERC-2024) SH6_11-Global history, transnational history, comparative history, entangled histories, seguiamo un approccio interdisciplinare con colleghi delle STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics) non solo a partire dai corrispondenti sottosettori SH6 Human past ma con il coinvolgimento di colleghi di scienza e tecnologia. Occorre capire l’evoluzione e i punti di rottura dell’innovazione nelle tecnoscienze. L’analisi della sola sfera politica della dimensione internazionale o dei suoi caratteri economici o sociali, non è sufficiente, e soprattutto se ci colleghiamo al tempo presente. Oggi scienza e tecnologia sono con tutta evidenza elementi strategici, inevitabili di ogni determinazione in politica estera. Da qui anche il loro legame – “storico” in realtà – con la dimensione della difesa, della sicurezza, imprescindibile elemento di ogni diplomazia.
D’altra parte l’interesse pressante per l’attualità può far dimenticare le potenzialità analitiche dell’evoluzione del sistema internazionale sulla ricostruzione del presente. E’ questo uno snodo importante fra ricerca e alta formazione, con la riproposizione di casi studio del passato, la testimonianza di testimoni del recente passato, la partecipazione di attori del tempo presente. E’ all’intersezione fra differenti discipline e analisi e rappresentazione diacroniche che proporremo come “applicativo” il concetto di operational history dalla ricerca all’alta formazione.
Mission e target
Vorremmo fornire una opportunità per neo-practitioner – scienziati, funzionari internazionali, diplomatici – della Science Diplomacy così come per giovani studiosi delle STEAM – laureandi di Magistrale e Dottorandi – di avvicinarsi al mondo di scienza, tecnologia e politica estera fra Storia e prospettive del tempo presente, e sotto il profilo di ricerca e alta formazione. Si tratta di apprendere nuovi spunti sulla Science Diplomacy così come di affacciarsi su una nuova frontiera della ricerca, e di una ricerca interdisciplinare e internazionale, fra attori e dinamiche, scienziati e diplomatici.
“La curiosità e l’audacia che caratterizzano la specie umana ci hanno portato dall’età della pietra ad oggi, dalla scoperta del fuoco alla lenta comprensione delle cause dei moti celesti”, scriveva una nota scienziata italiana. Al centro di questo movimento, e soprattutto oggi, vi è il ricercatore. “Un buon ricercatore non necessariamente è stato uno studente super; e viceversa, un bravissimo studente può risultare un mediocre ricercatore”, ricordava la stessa scienziata. “In realtà. Oltre alla conoscenza della materia e a una buona preparazione di base, è importante possedere quella iniziativa e quella fantasia necessarie per interpretare gli esperimenti e le osservazioni, che sono in gran parte innate, e una indipendenza e una ingenuità che spesso fanno intravedere ciò che un ricercatore più esperto e abituato a lavorare entro certi suoi binari non vede”.
E’ proprio su questa curiosità atipica del ricercatore, a rischio perenne di allontanarsi dai binari, su terreni inesplorati, con un orizzonte che si fa invisibile, perso sul terreno immediato di una ricerca in fieri, che vogliamo puntare. E’ importante l’interazione con gli “utenti”. Definizione e pratiche della Science Diplomacy sono in evoluzione di pari passo con gli stimoli, con le pressioni del contesto internazionale. E’ essenziale non fuggire le sollecitazioni di chi ne è interessato. Per questo la struttura del sito prevede oltre a una News Letter, una area riservata, accessibile con login, per condividere documenti, testi, riflessioni, e come piattaforma per comuni esperienze di ricerca e alta formazione. Vi sono poi gli approfondimenti, le schede bibliografie, la presentazione degli archivi, degli eventi, e delle school e dei corsi a livello di LM e Dottorato dove si insegna Science Diplomacy o si sperimenta l’interconnessione fra scienza, tecnologia e politica estera. Sarà possibile suggerire notizie, eventi, pubblicazioni da far conoscere. Terremo traccia delle iniziative e di quanto pubblicato. E’ importante poter ricostruire la storia di quanto viene fatto in Science Diplomacy.